Nel Medio Evo, in un epoca in cui il viaggio era metafora della vita, ogni cristiano nutriva il desiderio di compiere un pellegrinaggio per raggiungere uno dei luoghi sacri per eccellenza della cristianità: Roma, dove si potevano venerare le tombe dei santi Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, dove l’apostolo san Giacomo aveva scelto di riposare, e Gerusalemme, la città sede del Santo Sepolcro. La grande via di pellegrinaggio in Europa e in Italia è la Via Francigena.
Fu utilizzata come via di accesso dai Franchi, come strada di mercanti e di viaggiatori sulla quale circolavano idee, arte, leggende, lingue, costumi. In questo senso la Via ha rappresentato una grande testimonianza dell’antica radice dell’identità culturale europea. La via, nella sua parte longobarda, scende dalle Alpi, attraversa l’Emilia Romagna e la Toscana per giungere nel Lazio a nord. Passa per Acquapendente, dove si trova il sacello a imitazione del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Bolsena, nota per il miracolo di santa Rosa, Capranica, Sutri, Campagnano, Formello, per giungere a Roma passando da Monte Mario, l’antico Mons Gaudii, così detto proprio per la gioia che il viandante provava alla vista della Città Eterna. L’itinerario ricalca il pellegrinaggio che Sigerico, arcivescovo di Canterbury, compì alla fine del X secolo. Attraverso il Gran San Bernardo e la costa toscana, Sigerico entra nel Lazio tra Radicofani e Proceno. Nella nostra regione elenca nove tappe e giunge a Roma per ricevere il Testimonium, che allora come oggi è la prova l’avvenuto compimento del pellegrinaggio.
Durante il Medio Evo iniziano a farsi strada anche le vie gerosolimitane, denominate Via Francigena del Sud, che da Roma conducevano verso i litorali adriatici per proseguire il cammino verso Gerusalemme. E, viceversa, dal Sud Italia convergevano verso Roma, creando una rete di percorsi, anche alternativi, per consentire di attraversare zone paludose e malariche. Il cammino del Sud nel Lazio, oggi definito e segnalato, diviene il collegamento tra le due grandi Mete, Roma e Gerusalemme, il passaggio di una soglia dedicata alla scoperta delle radici della memoria. Attraverso di esso è possibile rilanciare un itinerario interregionale che attraversa la Campania, il Molise, la Basilicata e la Puglia, attraverso due direttrici, la Via Prenestina e la Via Appia, ricomponendo l’unità di senso e di storia con la Via Francigena del Nord.